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Bambini piccoli, paure piccole?

La paura è un’emozione sperimentata da tutti gli esseri umani fin dai primi mesi di vita.

Ma si può sostenere che i bambini piccoli hanno paure piccole? Assolutamente no!

Le paure nei bambini, infatti, possono essere molto intense!

La paura è fondamentale

La paura è, poi, fondamentale per la nostra sopravvivenza: ci mette in allarme davanti a situazioni minacciose, o che potrebbero arrecarci danno, e ci consente di attivare risposte di attacco o di fuga.

Insomma senza una giusta dose di paura saremmo già estinti

E’, quindi, facile capire come le paure dei bambini siano assolutamente naturali e derivino dalla continua esplorazione della realtà, sconosciuta e quindi possibile fonte di minaccia.

Nel primo semestre di vita

Nel primo semestre di vita, le paure nei bambini riguardano rumori e lampi improvvisi, mentre nel secondo semestre appaiono la paura dell’altezza, di separarsi dalle proprie figure di attaccamento e quella delle persone sconosciute. Queste nuove paure sono legate al processo di sviluppo del sistema nervoso che, in questa fase, consente di avere una migliore percezione delle distanze e di distinguere meglio i visi delle persone conosciute da quelli degli sconosciuti.

Nel secondo e terzo anno di vita

Nel secondo e terzo anno di vita, invece, i bambini cominciano ad avventurarsi al di là degli spazi e dei limiti abituali; possono così comparire la paura del medico e quella di animali domestici come cani, gatti e cavalli. In base alle esperienze vissute, alcuni possono anche sviluppare la paura dell’acqua. Con l’emergere dell’immaginazione, dai 3 anni in poi, le paure dei bambini non riguardano soltanto oggetti e persone reali, ma anche personaggi della fantasia.

Tra i 3 e i 5-6 anni

Tra i 3 e i 5-6 anni compaiono la paura del temporale, dell’oscurità, dei mostri, dei lupi e dei fantasmi.

Tra i 6 e 12 anni

Tra i 6 e 12 anni si può aver paure dei ladri, di essere rapiti, delle malattie.

Con la crescita le paure cambiano

Con la crescita le paure cambiano e sono legate all’immagine di sé, al corpo che cambia, al giudizio degli altri (adolescenza).
Per aiutare un bambino “pauroso”, bisogna innanzitutto cercare di non essere ansiosi, evitando di mostrare apprensione. È meglio accettare la paura per quello che è dicendo: “È normale, tutti quanti abbiamo qualche paura, il bello è che si possono superare”.
È bene ricordare che coraggio e fiducia nascono dalla conoscenza e dalla competenza: il bambino abituato ai cani impara rapidamente a lasciarsi annusare senza impaurirsi; con il babbo o la mamma a fianco si impara che tanti contesti, che inizialmente possono suscitare apprensione, non sono affatto pericolosi.
Il genitore, quindi, può aiutare il bambino a controllare le situazioni che lo intimoriscono, seguendo dei piccoli accorgimenti. Ad esempio può evitare di rassicurarlo eccessivamente o di parlare troppo spesso davanti a lui di paure o fobie con il rischio di aggravarle.
Se è di un oggetto, di un animale o di uno spazio che vostro figlio ha paura, avvicinatevi insieme lentamente, in tappe successive abbastanza facili da poter essere superate.
Non dimentichiamo che l’esempio è importante. Se è un insetto l’oggetto della paura, vederlo passeggiare sul braccio di mamma o papà senza causare disagio può portare a un cambiamento radicale; magari non subito ma di lì a qualche giorno. I bambini ripensano a ciò che hanno visto, soprattutto se ne sono rimasti colpiti.
Poiché legittime e naturali, le paure dei bambini non vanno criticate ma accolte e ascoltate con cura e reale attenzione. L’adulto deve aiutare il bambino ad esprimere il proprio vissuto e a comunicarlo così da ridurre la tensione e trasmettergli un senso di
accettazione e supporto.
Sentire di non essere solo nella lotta contro quanto temuto è per i piccoli molto importante perché sperimentano la possibilità di affrontare l’ignoto senza sentirsi soli.
Cerchiamo di non sminuire mai i loro timori, nemmeno i più bizzarri.
Utile raccontare favole, fiabe o racconti dove è possibile identificare e riconoscere le paure ma, soprattutto, dove sono evidenziate modalità funzionali per superarle.
Anche il gioco e il disegno sono un buon palcoscenico in cui il vissuto emotivo prende vita e può trovare la sua espressione. Presentare eroi positivi che affrontano le sfide con coraggio e ridimensionare le avversità trasmette al bambino fiducia e presenta in modo ludico strumenti e modelli di comportamento per gestire quanto non conosce.